il nostro stile

C’è stato un tempo in cui il gusto – nel vino come nel cibo, nell’arte e nell’estetica tutta – era diverso. Piacevano i muscoli e i fianchi larghi; piaceva la massa, la materia, il volume, finanche l’eccesso. Erano, va da sé, tempi che ebbero, come culmine, gli anni 90. Oggi, a distanza di trent’anni, siamo diventati più sobri, più evanescenti, più eterei, più ambigui; i tempi sono cambiati, tutto è diventato più fluido, anche la questione di genere. Ebbene, per affrontare questo tempo, così come quello appena trascorso, profetiche si rivelano le sei lezioni, americane ma del tutto apolidi, che Italo Calvino concepì proprio in vista del “prossimo millennio”. Questo millennio, da vivere all’insegna della leggerezza, della rapidità, dell’esattezza, della visibilità, della molteplicità e della coerenza. E dal momento che di questo millennio siamo solo all’inizio, sembra oggi che tutti impazzino proprio per le leggerezza, da godere tanto nel vino quanto nella vita. 

Noi di Tenuta Montauto la causa della leggerezza l’abbiamo sempre perorata, e sin da quando l’azienda muoveva i suoi primi passi. Vuoi per i vitigni che abbiamo e che ci hanno scelto – Sauvignon e Pinot nero, in particolare – vuoi per la terra che abitiamo, la leggerezza è stata sin da subito, per noi, un imperativo esistenziale. Può sembrare contro-intuitivo in una terra come la Maremma conosciuta per la sua incapacità di piegarsi a ogni forma di compromesso; eppure, proprio in questa terra tanto ricca di asperità quanto di frammenti di inarrivabile, struggente bellezza, la leggerezza è l’unica strada per non farsi sopraffare dalle difficoltà e per imparare a non indugiare mai troppo sulle cose, ma “planarvi sopra dall’alto – appunto – senza macigni sul cuore”. 

È stata la Maremma a insegnarci come trattarli, questi vitigni, conosciuti appunto e soprattutto per la loro capacità di lettura del territorio, straordinaria a tutte le latitudini. Ed è così che anche le vendemmie degli ultimi tempi, col riscaldamento climatico cui tutti siamo sottoposti, noi sapevamo già come affrontarle: eravamo preparati visto che, per noi, la leggerezza è sempre stato un imperativo e, anche nelle annate più calde, abbiamo imparato come fare vini sempre leggeri, rarefatti, aerei. Passo dopo passo abbiamo imparato a cogliere, di questa terra, la parte più eterea e dunque più espressiva, perché più aromatica. La parte più botanica, insomma, di questa nostra terra, di cui imbottigliamo anche il vento che sempre soffia dal mare, ad appena dieci km in linea d’aria. 

È precisamente questo, ovvero l’espressività, il grande merito della leggerezza applicata al vino: il nostro vino, capace di incapsulare, nella sua materia, tutta l’essenza del territorio di Maremma.