Miglior Sauvignon d'Italia

Questo il riconoscimento che La Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2024 di Daniele Cernilli ha assegnato al nostro Poggio del Crine 2018: un vino da vigne vecchie di quarant’anni che rappresenta il coronamento del lavoro di una vita, la nostra, attorno Sauvignon blanc, vitigno tanto nobile quanto delicato.
Messe a dimora a Tenuta Montauto in un atto di pura prescienza da mio nonno Enos, quelle antiche piante diventano oggi il manifesto più vero del rapporto tra la terra, la Maremma, e l’uomo che la abita.

Tenuta Montauto

Tenuta Montauto è il mio progetto di vita; una filosofia esistenziale prima ancora che vitivinicola radicata in un territorio defilato, remoto e selvaggio: l’entroterra dell’ultima Maremma Toscana un attimo prima che diventi Lazio. È il luogo in cui sono cresciuto, tra i boschi di querce, sughere e cerri che ospitano, oggi, anche le nostre vigne, tutte di collina. Da qui, benché a occhio nudo non se ne abbia alcun sospetto, il mare si respira in una brezza asciutta e perenne e nella terra rossa, tempestata di quarzo e ardesia. È qui che sono tornato dopo gli studi in economia, qui ho radicato la mia esistenza fatta di scelte contro-intuitive e controcorrente come quella di insistere su una varietà tanto nobile quanto delicata come il Sauvignon blanc, in un momento storico di grande entusiasmo per il vitigno autoctono.

Una scelta che premia la lungimiranza di mio nonno Enos nel cui nome si trovava davvero scritto un destino, lo stesso che ci ha premiato, oggi, col riconoscimento a “Miglior Sauvignon d’Italia” che La Guida Essenziale 2024 di Daniele Cernilli ha assegnato al nostro Poggio del Crine 2018. Un vino giovane – siamo appena alla sua prima annata – ma ambizioso, figlio di una lunghissima gestazione – per realizzarlo abbiamo dovuto aspettare che le vigne avessero avessero più di 40 anni – e un lungo affinamento di 3 anni: elementi che lo rendono l’esatta manifestazione del rapporto tra la terra, la Maremma, e l’uomo che la abita.

Riccardo Lepri

Uvaggio

100% Sauvignon (dai primi 8 filari di Enos)

Vigneti

Le uve provengono dai primi filari messi a dimora da nonno Enos sul Crine di Montauto. Vigne di oltre 45 anni, in una fase di equilibrio vegetativo naturale: la produzione, naturalmente bassa, dà vita a grappoli molto piccoli e molto concentrati in succo e aromi. Gestita con metodo biologico, la vigna viene trattata solo con rame e zolfo e concimata con letame di stalla. I terreni, prevalentemente argillosi e ricchi di ferro, quarzi e ardesia sono posizionati a 200 m. sul livello del mare e a 10 km dalla costa, in un terroir unico e incontaminato, caratterizzato dal vento che sempre soffia dal mare e da importanti escursioni termiche.

Impianto

Cordone speronato alto per garantire l’ombreggiamento delle uve e per beneficiare del raffreddamento dato dalle brezze marine.

Vinificazione

Le uve, prima di essere pressate, vengono messe una notte in cella frigo al fine di avere una maggiore estrazione di profumi e di evitare ossidazioni. Si procede poi con la pressatura soffice del grappolo intero. Segue la decantazione per 36 ore e la fermentazione in acciaio inox alla temperatura controllata di 16°C. Tutta l’energia utilizzata durante il processo produttivo proviene da fonti rinnovabili.

Vino

Un colore giallo intenso, anzi oro antico è presagio di un olfatto progressivo e dinamico, statuario nella definizione delle molte salienze aromatiche che lo abitano e che vanno dalla frutta secca (mandorle) alle scorze d'agrumi disidratate, passando per la foglia di limone. Il tutto a comporre note più corali di pasticceria d'antan, di biscotti, confetti e marzapane, ad anticipare un sorso dalla consistenza cremosa, imponente e concentrata, vivificata dalla durezza di una sapidità stentorea, ingentilita dalla imponente controparte della glicerica.